Sì ci avete già pensato, a quest'ora... oppure siete affezionati alla corsa dell'ultimo momento? Oppure, ancora, avete un istintivo rifiuto e però vi sentireste in colpa, se non pensaste a qualcosina per tutti? Ecco, "è il pensiero che conta" ha il suo fondo di verità: vi racconto di qualcuno di questi pensieri, dei pensatori e dei relativi destinatari, con un articolo che tempo fa pubblicai per Pillole di zucchero, (perché sono molto affezionata a questo articolo).
I
DONI CHE PREFERISCO – di Elena Rovagnati
Nel
mio immaginario natalizio ci trovate, in ordine sparso:
- la
canzone del film “tutti assieme appassionatamente”, quella che,
in inglese, parla delle “cose che preferisco” (“my favourite
things”);
- le
statuine del presepe di mio nonno Antonio: i maiali, in particolare,
sono i più venerati perché ultracentenari;
- il
racconto della mattina di Natale delle sorelle March, nel famoso
“Piccole donne” della Alcott (così capite più o meno quando si
colloca cronologicamente la mia infanzia!).
Poi,
da quando sono diventata mamma, la lista si è arricchita:
- la
carota per le renne e il caffè d’orzo per Babbo Natale fuori dalla
porta;
- i
regali per i bambini, nascosti a casa di mia mamma fino a notte
inoltrata;
- il
filmino, tutti assieme, la mattina quando si spacchettano i doni.
Frullate
il tutto, assieme ad un pizzico di trascurabile goffaggine e vi si
pareranno davanti le seguenti scenette tratte dai ricordi di anno
scorso:
La
prima, vede come protagonisti la psicologa e i suoi tre figli, andare
all’Istituto Medea di Bosisio Parini per raccontare una fiaba ai
bambini ricoverati durante le vacanze di Natale.
(Se
ravvisate qui quella mia insana tendenza a fare degli innocenti
esperimenti coi miei figli, potreste aver ragione).
Ci
chiamiamo la Compagnia dell’Angelo. Perché raccontiamo la storia
dell’angelo, quello che nel presepe sta proprio sopra la capanna.
Avete presente?
I
tre figli hanno ruoli ben distribuiti: Federico (lo conoscete già) è
il tecnico del suono; Emma (scuola primaria) danza con me gli
intermezzi della fiaba; Francesco (medie) ci guarda, tutti, scettico.
E’
il suo ruolo. Gli sta a pennello.
Alla
fine della fiaba una mamma mi si avvicina e mi abbraccia: mi porto a
casa questo dono. Decisamente il mio preferito.
Emma
invece conta le caramelle che ha ricevuto come ricompensa e poi mi
chiede se Francesco ne ha ricevute tante quanto lei, pur non avendo
contribuito altrettanto allo spettacolo. E’ fatta così, ha un
forte senso della giustizia retributiva. Parte, prevedibile, una
escalation fulminea di accuse e controaccuse col fratello : per
fortuna siamo in macchina già sulla strada del ritorno, non posso
sprofondarmi più di tanto nel sedile, sto guidando.
La
seconda scenetta: siamo a casa a preparare le ultime cose per la
festa, vedo Emma partire in quarta e indaffarata cerca, raccoglie,
taglia, dipinge, incolla.
Che
stai facendo?
Un
regalo per Franci. E un biglietto: “Caro Franci, questo è il mio
regalo di Natale per te che sono la tua sorella che ti vuole bene lo
stesso anche se tu a volte mi fai proprio arrabbiare”. Riesco a
sbirciare.
Vedo
anche Franci attivarsi in silenzio e incartare oggetti misteriosi.
Evidentemente conosce bene i gusti di sua sorella, perché raccatta,
dagli angoli più trascurati della casa, le cose più kitsch che
sopravvivono ai miei raid (molto sporadici) di feng-shui dei
cassetti.
Federico,
col suo aplomb quasi inglese, distribuisce pratici consigli ai
fratelli, mentre prepara sommariamente i suoi regali. Per i fratelli.
Cosa
ho innescato? Non faceva parte del mio esperimento, la cosa mi è
sfuggita di mano!
Li
apriranno la mattina di Natale, assieme a quelli che hanno
ufficialmente richiesto (non tutti, la lista è stata sfrondata
all’osso!).
Ma
sono DECISAMENTE i doni che preferisco.
Chissà
se anche i miei figli la pensano come me…
BUON
NATALE!https://www.youtube.com/watch?v=33o32C0ogVM