Sul tema “gelosia” ho un altro ricordo, abbastanza divertente, se
non fosse per la serietà con cui l’avevano posto i bambini protagonisti del
fatto: mi trovavo in una scuola primaria, a raccontare una fiaba a dei bambini
di seconda. Nell’ascoltare i commenti successivi alla fiaba, sento che i
bambini hanno bisogno di essere rassicurati sul fatto che i loro genitori li
amano. Così lo dico: “i vostri genitori vi vogliono bene!”. Un istante dopo, un
grido unanime mi sommerge: “ma vogliono più bene a quello più piccolo!”
Ecco: per tutti i non-ultimogeniti, anche quelli in seconda
elementare, evidentemente, il problema della gelosia è questo: il timore di
essere amati meno, da quando c’è “l’altro”, a favore di quest’altro.
E’ come se i bambini vivessero l’amore dei genitori come una
torta, da dividere a fette con gli altri fratelli… quando uso questo paragone,
non solo con bambini di seconda ma anche con quelli di tre/quattro anni, tutti
mostrano di capire.
E’ vero, rispondo: il tempo della mamma, del papà, non è tutto per
te, devi dividerlo con tuo fratello, come devi dividere lo spazio della
cameretta. Invece l’amore non sta a questa regola del dividere, l’amore del
genitore è SOLO MOLTIPLICABILE (i bambini di seconda capiscono qui a cosa serve
la matematica): è come se i genitori avessero una torta intera per ciascuno dei
figli.
L’idea della “torta intera” tranquillizza, in fondo è questo che
vogliono sapere: che hanno ancora tutto l’amore di prima, tutto l’amore di cui
hanno bisogno per crescere. Anche per chi pone ulteriori dubbi dico: “l’amore
del papà e della mamma è per te tutta la torta che vuoi”.
Se volete, potete leggere anche ai vostri figli questa semplice
fiaba sul tema, creata assieme ad alcuni genitori che ho conosciuto anni fa all’asilo
nido di Galbiate:
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La pietra magica
C'era una volta il figlio del capo indiano, un
ragazzo molto sveglio. Un giorno, ricevette un regalo dai suoi genitori: una
pietra magica che brillava nel buio.
Il ragazzo era molto contento di questo dono;
un giorno però, si accorse di qualcosa di strano: la pietra sembrava non
brillare più . Preoccupatissimo, esclamò: "e adesso, che faccio? Le cose
non sono più come prima!". Così si mise a correre, e si sentiva pieno di
tristezza e rabbia. Corse, corse finché giunse in un posto che non aveva mai
visto sino ad allora: c’era un laghetto azzurrissimo.
Lì, c'era qualcuno che sembrava lo stesse
aspettando: era una rana azzurra come il lago, che gli chiese: "Cosa ti
capita?". Il bambino rispose: "mi succede che la pietra magica avuta
in regalo dai miei genitori non brilla più come prima! Penso che forse è colpa
mia, non sono stato abbastanza attento…”
La rana allora gli disse: "Ne sei
convinto? Ora ti dico una cosa che ti aiuterà: questo tipo di pietre magiche
riprendono splendore solo se ti concentri e pensi a quando i tuoi genitori te
l’hanno regalata”. Il bambino rimase un po' incerto se credere a quella cosa,
poi decise che poteva fidarsi: così seguì il consiglio. Infatti chiuse gli
occhi e iniziò a pensare a quando aveva ricevuto quel regalo: subito un sorriso
gli illuminò la faccia.
Aprì gli occhi e si mise a correre verso casa. Quando vi giunse, scoprì una cosa incredibile: la sua pietra brillava al buio proprio come prima! Raccontò tutto alla mamma ed al papà, e loro dissero, abbracciandolo : “figliolo, la pietra che ti abbiamo regalato non finirà mai di brillare”.
Aprì gli occhi e si mise a correre verso casa. Quando vi giunse, scoprì una cosa incredibile: la sua pietra brillava al buio proprio come prima! Raccontò tutto alla mamma ed al papà, e loro dissero, abbracciandolo : “figliolo, la pietra che ti abbiamo regalato non finirà mai di brillare”.
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