martedì 4 agosto 2015

Le fiabe inventate dai bimbi: un'espressione del mondo interiore

Inizio oggi a riproporre alcuni dei miei articoli che sono comparsi, anni e anni fa, sul sito "L'isola dei bimbi"... buona lettura!

C'era una volta un bambino fiducioso, che aveva l'affetto di papà, cane e gatto, ma i fratelli maggiori lo prendevano sempre in giro. Un giorno lo avevano fatto vergognare e lo avevano escluso dai loro giochi, e lui si infuriò talmente, da andarsene via di casa sbattendo la porta, per fare un'avventura. 
Si era portato con sé degli spinaci e del formaggio grana per quando avrebbe avuto fame, e si sentiva allegro di questa sua impresa. 
Sul suo cammino incontrò un ghepardo triste e coraggioso, che gli chiese dove stesse andando: 
"Via di casa - rispose lui - perché i miei fratelli mi prendono in giro ed io non ne posso più".
"Oh, tu sei proprio coraggioso come un ghepardo! - disse l'animale -. Ti prego, portami con te, così forse non mi sentirò più triste e solo!". 
E il bambino accettò. 
Dopo un po' di strada i due incontrarono un verme che si sentiva proprio tale e si lamentava continuamente: "Che verme che sono!". 
Il bambino, per consolarlo, gli disse: "Guarda, non preoccuparti, se vuoi vieni con noi e ti sentirai meno verme: del resto anch'io, che ho lasciato la casa dei miei, mi sento un po' così". 
Ed il verme accettò.
Più avanti i tre incontrarono un coniglio timoroso: "Ma di cosa hai paura tu?" - lo derise il bambino.
"Io ho paura dei cambiamenti, e tu?" - chiese il coniglio.
"Io... ho paura di essere deriso dai miei fratelli: e se tornassi a casa, ora avrei anche paura di essere sgridato dai miei genitori. Ma vieni con noi, non ti spaventare dei cambiamenti, ci siamo noi che ti proteggiamo e ti puoi sentire sicuro". 
E così il coniglio andò con loro. Cammina cammina, i quattro vennero all'improvviso bloccati sul sentiero da un grosso uomo minaccioso:
"Chi sei tu?" chiese il bambino tremante. 
"Io sono l'uomo che fa paura!!!" ruggì il gigante.
Il ghepardo avrebbe voluto assalirlo, ma il verme ed il coniglio erano paralizzati: il bambino pensò in quell'istante che il vero coraggio sarebbe stato tornare a casa... del resto, aveva sicuramente meno paura di essere sgridato che di essere agguantato da questo uomo terribile. 
Così mise il verme e il coniglio in tasca, saltò sulla groppa del ghepardo e, velocissimo, arrivò a casa: il papà capì, lo abbracciò e lo aiutò ad andare d'accordo con i fratelli .

Questa fiaba è stata costruita insieme ai bambini di una quinta elementare, ed ha come oggetto una serie di sentimenti che i bambini hanno portato come presenti in diverse situazioni del loro quotidiano: la fatica, a volte, nell'interagire con gli altri; la paura di essere esclusi e derisi, la stizza; il desiderio di voler fare da soli, di trovarsi delle soluzioni autonomamente, senza chiedere aiuto; la paura di non farcela. 
Nella fiaba i diversi personaggi rappresentano questi sentimenti, che il bambino impara a riconoscere, ad accettare, e di cui può prendersi cura: la possibilità di riconoscere i propri sentimenti, le proprie possibilità, è poi ciò che aiuta a valutare la realtà e a chiedere aiuto all'adulto. E' infatti sì importante che i figli acquisiscano progressivamente un'autonomia nel gestirsi e nell'affrontare le diverse situazioni che si possono presentare, e devono essere sostenuti in questo. Ma è anche legittimo, e quanto mai salutare, che essi sappiano riconoscere quando hanno bisogno di un adulto, e potergli chiedere aiuto. Il rifiuto dell'aiuto genitoriale, che alcuni bambini presentano in maniera sistematica, può essere segnale di difficoltà nel considerarsi degni di attenzione, di ascolto, di amore: ecco che scatta la soluzione "faccio da solo a tutti i costi".
La soluzione che adotta il protagonista della fiaba, quando sceglie di fare da solo, è di rinunciare totalmente al rapporto con i fratelli, di escludersi: una scelta costosa. Solo quando impara a prestare attenzione ai propri stati d'animo, può "tornare indietro" e accettare il rapporto con il genitore, come qualcosa che lo aiuta ad affrontare situazioni complicate (nella storia sono le gelosie e le invidie con i fratelli) sino a quando arriverà a farcela da solo. Ma la situazione che propone il papà è ben diversa dall'esclusione o dalla competizione: il papà propone l'amore, dà fiducia al positivo del bambino. E' questo che veramente promuove autonomia.

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