C'era una volta
un bambino fiducioso, che aveva l'affetto di papà, cane e gatto, ma i fratelli
maggiori lo prendevano sempre in giro. Un giorno lo avevano fatto vergognare e
lo avevano escluso dai loro giochi, e lui si infuriò talmente, da andarsene via
di casa sbattendo la porta, per fare un'avventura.
Si era portato con sé degli
spinaci e del formaggio grana per quando avrebbe avuto fame, e si sentiva
allegro di questa sua impresa.
Sul suo cammino incontrò un ghepardo triste e
coraggioso, che gli chiese dove stesse andando:
"Via di
casa - rispose lui - perché i miei fratelli mi prendono in giro ed io non ne
posso più".
"Oh, tu sei
proprio coraggioso come un ghepardo! - disse l'animale -. Ti prego, portami con
te, così forse non mi sentirò più triste e solo!".
E il bambino
accettò.
Dopo un po' di
strada i due incontrarono un verme che si sentiva proprio tale e si lamentava
continuamente: "Che verme che sono!".
Il bambino, per consolarlo, gli
disse: "Guarda, non preoccuparti, se vuoi vieni con noi e ti sentirai meno
verme: del resto anch'io, che ho lasciato la casa dei miei, mi sento un po'
così".
Ed il verme accettò.
Più avanti i tre
incontrarono un coniglio timoroso: "Ma di cosa hai paura tu?" - lo
derise il bambino.
"Io ho
paura dei cambiamenti, e tu?" - chiese il coniglio.
"Io... ho
paura di essere deriso dai miei fratelli: e se tornassi a casa, ora avrei anche
paura di essere sgridato dai miei genitori. Ma vieni con noi, non ti spaventare
dei cambiamenti, ci siamo noi che ti proteggiamo e ti puoi sentire
sicuro".
E così il
coniglio andò con loro. Cammina cammina, i quattro vennero all'improvviso
bloccati sul sentiero da un grosso uomo minaccioso:
"Chi sei
tu?" chiese il bambino tremante.
"Io sono
l'uomo che fa paura!!!" ruggì il gigante.
Il ghepardo
avrebbe voluto assalirlo, ma il verme ed il coniglio erano paralizzati: il
bambino pensò in quell'istante che il vero coraggio sarebbe stato tornare a
casa... del resto, aveva sicuramente meno paura di essere sgridato che di essere
agguantato da questo uomo terribile.
Così mise il verme e il coniglio in
tasca, saltò sulla groppa del ghepardo e, velocissimo, arrivò a casa: il papà
capì, lo abbracciò e lo aiutò ad andare d'accordo con i fratelli .
Questa fiaba è stata costruita
insieme ai bambini di una quinta elementare, ed ha come oggetto una serie di
sentimenti che i bambini hanno portato come presenti in diverse situazioni del
loro quotidiano: la fatica, a volte, nell'interagire con gli altri; la paura di
essere esclusi e derisi, la stizza; il desiderio di voler fare da soli, di
trovarsi delle soluzioni autonomamente, senza chiedere aiuto; la paura di non
farcela.
Nella fiaba i diversi personaggi rappresentano questi sentimenti, che
il bambino impara a riconoscere, ad accettare, e di cui può prendersi cura: la
possibilità di riconoscere i propri sentimenti, le proprie possibilità, è poi
ciò che aiuta a valutare la realtà e a chiedere aiuto all'adulto. E' infatti sì
importante che i figli acquisiscano progressivamente un'autonomia nel gestirsi
e nell'affrontare le diverse situazioni che si possono presentare, e devono
essere sostenuti in questo. Ma è anche legittimo, e quanto mai salutare, che
essi sappiano riconoscere quando hanno bisogno di un adulto, e potergli
chiedere aiuto. Il rifiuto dell'aiuto genitoriale, che alcuni bambini
presentano in maniera sistematica, può essere segnale di difficoltà nel
considerarsi degni di attenzione, di ascolto, di amore: ecco che scatta la
soluzione "faccio da solo a tutti i costi".
La soluzione che adotta il protagonista della fiaba, quando sceglie di
fare da solo, è di rinunciare totalmente al rapporto con i fratelli, di
escludersi: una scelta costosa. Solo quando impara a prestare attenzione ai
propri stati d'animo, può "tornare indietro" e accettare il rapporto
con il genitore, come qualcosa che lo aiuta ad affrontare situazioni complicate
(nella storia sono le gelosie e le invidie con i fratelli) sino a quando
arriverà a farcela da solo. Ma la situazione che propone il papà è ben diversa
dall'esclusione o dalla competizione: il papà propone l'amore, dà fiducia al
positivo del bambino. E' questo che veramente promuove autonomia.
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