martedì 28 agosto 2018

Limiti che Liberano

Mi piace questo titolo paradossale, vorrei farci un laboratorio di movimento per genitori e figli...!
Intanto ci ho fatto una serata coi genitori dell'ABIBO' di Erba, lo scorso maggio: di seguito riporto le 
suggestioni su cui abbiamo lavorato.
Intanto c'è una PREMESSA: IL GENITORE CONSAPEVOLE dei propri limiti (e risorse) risulta essere
 il dato predittivo migliore del benessere del figlio. 
Ora il discorso del limite richiama subito quello dei NO, quindi ci chiediamo: quali no diciamo? Perché?

- Esistono i no per la sopravvivenza (ne va della sicurezza, della vita!): su questi siamo tutti ferrati, 
decisi, irremovibili ed efficaci
- ed esistono i no che diciamo "per vivere bene": questi, se ci pensiamo bene, hanno a che fare con ciò 
che noi riteniamo importante, definiamoli pure i valori della nostra famiglia (ad esempio il cenare
 assieme) Questo ci porta a riflettere sulla nostra gerarchia di valori e di conseguenza a scegliere le 
nostre battaglie per sostenerli e trasmetterli. Scegliere le battaglie importanti, certo: su altre potremo
tralasciare, non si può stare sempre in atteggiamento battagliero...!!!
Qui però c'è già un corollario interessante: la regola  che diamo ai figli è di fatto una comunicazione su
quello che abbiamo capito della vita, riguarda un valore in cui crediamo e che vogliamo difendere e
trasmettere loro. Questa comunicazione è importante per la costruzione dell'identità del figlio: "ti dico 
chi siamo e quindi chi sei tu, a chi appartieni".

La ricerca mostra che i bambini si sviluppano in modo ottimale quando stabiliamo i limiti come 
necessari, ma lo facciamo con empatia: questo permette loro di interiorizzare il limite. 
I bambini hanno bisogno di limiti appropriati, ma è il modo in cui lo fai che conta.
 fissare i limiti con empatia significa che tu:
- Inizi con una connessione forte e solidale con tuo figlio in modo che sappia che sei dalla sua parte.
- Guardalo dal suo punto di vista e offri una genuina empatia che possa provare, mentre fissi il limite.
E' INUTILE RAGIONARE NEL MOMENTO "RETTILIANO", ovvero quando nel figlio ha il 
sopravvento quella parte di cervello più istintiva ed emotiva. SPIEGHI DOPO QUANDO SIETE 
CALMI. ENTRAMBI.
- Resisti alla tentazione di essere punitivo in alcun modo. L'impostazione del limite insegna la lezione. 
Qualche cosa di più fallisce. (premi e punizioni sono pericolosamente legati alla prestazione e quindi al 
malinteso che “sono amato solo se faccio quello che ti aspetti da me”)
- Guarda la sua vita dal suo punto di vista e imposta solo i limiti che devi veramente impostare, in modo
 che la sua vita sia più legata alla connessione e alla scoperta piuttosto che ai limiti e alla frustrazione. 
Dire no troppo spesso mina la tua relazione. 
Faccio un esempio.
C'è una mamma che era venuta a dirmi: "a mio figlio dico sempre di seguire la sua creatività, ci 
tengo che sia creativo (valore): ma ieri mi ha dipinto tutto il suo triciclo col pennarello nero e l'ho 
sgridato!" Capite la comunicazione contraddittoria? Cosa può fare questo bambino? Quali valori della 
mamma in realtà entravano in conflitto? La creatività è un valore, ma i giocattoli in ordine anche. Forse 
questa mamma deve fare una gerarchia tra questi suoi due valori!

Impostare i limiti significa che a volte impedirai a tuo figlio di fare qualcosa. 
Ma se lo fai come punizione, si bloccherà nell'ingiustizia e si arrabbierà con te, e la lezione sarà persa. 
Se invece dici solo "è stato troppo difficile per te smettere di lanciare la sabbia, ma lanciare la sabbia fa
male alle persone, quindi siamo dovuti andare via; presto imparerai a fermarti quindi possiamo restare e
giocare di nuovo domani". In questo modo tuo figlio sarà ancora sconvolto dal fatto che sia dovuto
andarsene, ma ti vede come dalla sua parte e vede la prossima volta dello stare al parco come dentro
il suo potere.
L'impostazione dei limiti NON è la stessa della punizione.

LIMITARE I COMPORTAMENTI, PERMETTERE LE EMOZIONI
Vai a guardare il bisogno o l'emozione sottostante il comportamento di tuo figlio: l'emozione è
sempre il motore del comportamento. E' forse paura? Rabbia? Frustrazione? Ansia? Scoraggiamento?
Vergogna? Esasperazione? questo ti aiuta a capire cosa è in grado di gestire.
E' naturale per il bambino provare rabbia e delusione quando stabiliamo un limite. Il nostro compito è
ACCETTARE QUEI SENTIMENTI E AMARLO LO STESSO. Più lo facciamo, meno è travolto
dai suoi sentimenti, e meno fa i capricci. (che quindi son sentimenti fuori controllo)
Se non possiamo tollerare la sua rabbia e tristezza- in altre parole, quando la sua reazione-limite non 
incontra empatia - impara che parte di ciò che lui è, è inaccettabile; che ci sono momenti in cui è da
biasimare e, per di più, completamente solo.
Come in ogni emozione non riconosciuta, la rabbia e la tristezza non svaniscono, vanno nel sottosuolo, 
dove sono amplificate e seminano i semi della depressione.
Quindi: FISSIAMO IL LIMITE E RISPONDIAMO CON EMPATIA A LORO CHE NON
GRADISCONO IL LIMITE!

Se i genitori sono in grado di formire un "ambiente di contenimento" emotivo, rafforzando nel
contempo il limite, il bambino ha la libertà di scagliarsi contro il limite, di piangere e di piangere per
questo, e infine di ACCETTARLO E ANDARE AVANTI.
Andare avanti consiste nel lasciare andare quel percorso e trovare un altro percorso accettabile, ad
esempio: "Non posso giocare con Marta in questo momento; la vedrò domani". Sono limiti fermi
accompagnati da empatia che permettono ai nostri figli di provare le loro piene reazioni ai limiti e di
SUPERARLE.
Il bambino impara che il mondo E' DAVVERO pieno di ostacoli ai suoi desideri, si addolora ma poi
va avanti,cercando un altro modo per sentirsi meglio. Inoltre non è lasciato senza speranza e 
depresso, il che è ciò che accade con l'impostazione autoritaria dei limiti, che lo fa sentire 
semplicemente una cattiva persona.
Impara che non riesce sempre a farsi strada, ma OTTIENE QUALCOSA DI MEGLIO: qualcuno
che ama e accetta l'intera gamma delle sue emozioni. Questa considerazione diventa il nucleo
di una autostima positiva e stabile.
Apprende anche che può tollerare la sua rabbia e la sua infelicità e sentirsi meglio dopo.
In questo vediamo l'inizio della resilienza, dal momento che considera altre linee d'azione.
"Non posso avere la festa di compleanno al circo perché non possiamo permettercelo. Ho
pianto tutto il giorno ieri. Ma mamma e papà sembrano capirmi, forse mi aiuterebbero a
progettare una festa di calcio nel parco."

AIUTIAMOLO A MISURARSI COI LIMITI. Lasciarlo attraversare la fatica di trovare una 
soluzione alternativa, gli darà una impagabile sensazione di efficacia e padronanza. 
Di libertà.