giovedì 7 gennaio 2016

tuteliamo e valorizziamo i bambini sensibili


Riprendo qui un mio articolo pubblicato tanto tempo fa sull'Isola dei Bambini (i bambini di allora saranno a loro volta dei giovani genitori, ormai!) perché ora posso aggiungere esperienza e confermare, a partire da quanto incontro anche oggi nelle mie consulenze ai genitori, quanto ai tempi già registravo a scuola, nei laboratori che tenevo di "educazione al mondo emotivo"....


"... la vita scolastica, con le richieste di attenzione, impegno, responsabilità, eccetera, fa vivere al bambino un carico di tensioni sia proprie, sia dovute alla presenza di compagni con disturbi psicologici.
Parlo qui di bambini fondamentalmente sani, quindi sensibili, i quali, proprio per la loro sensibilità, diventano tramite di esternazione del malessere dei compagni che hanno un disagio più profondo. 
Sono quei bambini di cui si sente la maestra dire “non capisco, di solito è tranquillo, sereno, eppure oggi…” oppure“però ha dei momenti in cui …”
Eppure oggi, magari, ha risentito maggiormente della vicinanza del compagno con disagio, per esempio; “però ha dei momenti in cui” le proprie risorse emotive (la sicurezza dell’essere amato, la fiducia in sé) sembrano essere sovrastate dal disagio altrui, quasi a diventare proprio. 
Il rischio è che questi bambini si “attirino” una bella etichetta: "instabile", "emotivo" o altro; il rischio è che si inneschino meccanismi allievo-insegnante che si autoalimentano, in un giro vizioso di “profezie che si autoavverano”.

Ci accorgiamo di questi bambini sensibili quando andiamo nelle scuole a raccontare fiabe che parlano dell’amore dei genitori: sono bambini che, dopo una eventuale resistenza, diffidenza iniziale nell’accogliere il messaggio della fiaba, li vedi sorridere, come se avessero ritrovato qualcosa
Fanno domande, si accertano che l’amore del genitore è sempre presente, anche lì a scuola; poi raccontano ricordi, episodi che vanno a confermare questa loro esperienza di amore. 

Se basta una fiaba, vuol dire che questa cosa non era persa o dimenticata lontano: sono in grado di riconoscere e ripercorrere la strada per sentirsi bene, al sicuro, superando le difficoltà quotidiane. 

Cosa sarebbe allora, in termini di prevenzione del disagio scolastico, se le maestre puntassero di più sulla conferma del rapporto affettivo che sostiene il bambino? 
Cosa sarebbe, se sostenessero e valorizzassero i genitori nel loro ruolo educativo? 
Sicuramente, i bambini sensibili ne beneficerebbero immediatamente.