Piripicchio su SKY
martedì 9 settembre 2014
lunedì 14 luglio 2014
asili nido: di necessità virtù
Ripresento qui un mio articolo scritto ai tempi del mio primogenito neonato... (ora mio figlio ha 14 anni, ma mi sembra ancora necessario per aiutare altri genitori!)
di Elena Rovagnati
Sono andata alla inaugurazione di un nuovo asilo
nido vicino casa.
Il posto accogliente, colorato, stimolante: avrei voluto giocarci io, dentro quella piscina di palline colorate. Tanti genitori, sorridenti; il commento che girava di più era: "meno male, ce n'era proprio bisogno, qui in zona praticamente è l'unico!".
Altre mamme discutevano che il nido è meglio della baby-sitter, ma la motivazione non era un generico "perché non sai chi ti trovi"; era un ben preciso timore che il bambino, con la baby sitter (in questo caso poco onesta, oltre che poco preparata) possa stabilire un legame privilegiato che vada a spodestare i genitori... allora il nido è meglio, perché il gruppo "protegge" da rapporti esclusivi.
Il posto accogliente, colorato, stimolante: avrei voluto giocarci io, dentro quella piscina di palline colorate. Tanti genitori, sorridenti; il commento che girava di più era: "meno male, ce n'era proprio bisogno, qui in zona praticamente è l'unico!".
Altre mamme discutevano che il nido è meglio della baby-sitter, ma la motivazione non era un generico "perché non sai chi ti trovi"; era un ben preciso timore che il bambino, con la baby sitter (in questo caso poco onesta, oltre che poco preparata) possa stabilire un legame privilegiato che vada a spodestare i genitori... allora il nido è meglio, perché il gruppo "protegge" da rapporti esclusivi.
Una mamma mi chiede "E tu?".
"Io lo tengo a casa". Sguardi interrogativi, stupiti: sanno che
lavoro faccio. Sono persino consulente e formatrice di personale educativo di
asili nido.
Allora devo, goffamente, spiegare: dieci anni fa, ero abbastanza convinta dell'inutilità, se non della dannosità, degli asili nido. Adesso penso piuttosto che il nido sia il "male minore" (a condizione di certe caratteristiche che poi dirò), e che sia una reale necessità, inevitabile, per molti genitori. Alla mia risposta alcune mamme, non potendomi dire che non ne capisco niente perché sono una esperta del settore, mi danno della privilegiata, della fortunata.
Mi sento di precisare che sono i figli, ad essere privilegiati, fortunati, se la mamma (od il papà!) può stare a casa con loro nei primi - fondamentali - tre anni di vita.
Allora devo, goffamente, spiegare: dieci anni fa, ero abbastanza convinta dell'inutilità, se non della dannosità, degli asili nido. Adesso penso piuttosto che il nido sia il "male minore" (a condizione di certe caratteristiche che poi dirò), e che sia una reale necessità, inevitabile, per molti genitori. Alla mia risposta alcune mamme, non potendomi dire che non ne capisco niente perché sono una esperta del settore, mi danno della privilegiata, della fortunata.
Mi sento di precisare che sono i figli, ad essere privilegiati, fortunati, se la mamma (od il papà!) può stare a casa con loro nei primi - fondamentali - tre anni di vita.
Ma una mamma intende
"fortuna" anche quest'altra cosa: "Sì, ma tu sai cosa proporre
ai tuoi figli, hai studiato queste cose.... io per esempio temo di non far
giocare abbastanza mia figlia, non so che giochi farle fare... certo, cerco di
interessarla a tutte le cose che faccio in casa, ma..." "Ma questo è
già GIOCARE!" dico io.
E poi devo dare un'altra goffa spiegazione su che cosa ho imparato, in tutti gli anni di studio....
La cosa che ho imparato ed in cui mi sono esercitata duramente, nella formazione in psicoanalisi ed in danzaterapia, è stata di ascoltare, capire e FIDARMI di quello che sento, per poterlo poi utilizzare.
E' questo lo strumento principale nella mia professione, lo sanno bene gli “addetti ai lavori”.
Che banalità! Si potrebbe pensare, di primo acchito. Ma in genere ci si impiega circa un otto anni, o di più, per imparare a fidarsi e ad "usare" quello che sentiamo.
Ora che ci penso, mia madre aveva iniziato ad insegnarmelo sin da piccola, poi è iniziata la scuola... dove ho imparato a fidarmi del mio cervello, del ragionamento, della memoria, del "sapere". Solo dopo l'università ho capito che mi mancava una preparazione nel "sentire". Che avevo proprio relegato in un angolino e disprezzato questa facoltà.
Allora, altri otto anni di allenamento, di studio, per recuperare quella cosa che mia mamma aveva iniziato ad insegnarmi... Una cosa che, a ben vedere, si può acquisire non necessariamente con lauree e specializzazioni, dico alla mamma che si sminuisce nella sua capacità genitoriale.
Nei miei corsi di pedagogia per operatori sociali, io insegno soprattutto questo: le informazioni “tecniche” sull'infanzia si imparano velocemente, è più difficile imparare a fidarsi dei sentimenti che si colgono nella relazione, e a tenerne conto per gestire un intervento educativo efficace.
Un genitore che si fida di quello che sente, e lo utilizza nel rapporto col proprio figlio, è già tanto, è già di più di quello che possono dare le educatrici del nido, perché il genitore sente attraverso il canale privilegiato dell'AMORE. Penso che un genitore, se si fida di ciò che sente e se impara ad utilizzarlo nel suo ruolo educativo, è altrettanto adeguato (ed anche di più) di una educatrice o psicopedagogista esperte, e può anche benissimo fare a meno dell'asilo nido. Ma se per ragioni contingenti non è proprio possibile, la caratteristica principale a cui deve guardare nella scelta del nido è che le educatrici siano mosse da questo obiettivo principale: valorizzare e favorire il rapporto genitore-figlio. La manualità, la socializzazione, credetemi, vengono dopo.
Scegliete nidi che tengano incontri periodici con i genitori, (non semestrali!) che vi coinvolgano in alcuni momenti, anche ludici, coi bambini; scegliete educatrici che non vi svalorizzino, ma che accettino un confronto con voi. Se vi accorgete di venir via dalle riunioni con una sensazione di inadeguatezza, perché vi hanno sminuito nella vostra competenza educativa, venite via anche da quel nido! Scegliete nidi che effettivamente attuano, e non solo propongono, la collaborazione con la famiglia.
E poi devo dare un'altra goffa spiegazione su che cosa ho imparato, in tutti gli anni di studio....
La cosa che ho imparato ed in cui mi sono esercitata duramente, nella formazione in psicoanalisi ed in danzaterapia, è stata di ascoltare, capire e FIDARMI di quello che sento, per poterlo poi utilizzare.
E' questo lo strumento principale nella mia professione, lo sanno bene gli “addetti ai lavori”.
Che banalità! Si potrebbe pensare, di primo acchito. Ma in genere ci si impiega circa un otto anni, o di più, per imparare a fidarsi e ad "usare" quello che sentiamo.
Ora che ci penso, mia madre aveva iniziato ad insegnarmelo sin da piccola, poi è iniziata la scuola... dove ho imparato a fidarmi del mio cervello, del ragionamento, della memoria, del "sapere". Solo dopo l'università ho capito che mi mancava una preparazione nel "sentire". Che avevo proprio relegato in un angolino e disprezzato questa facoltà.
Allora, altri otto anni di allenamento, di studio, per recuperare quella cosa che mia mamma aveva iniziato ad insegnarmi... Una cosa che, a ben vedere, si può acquisire non necessariamente con lauree e specializzazioni, dico alla mamma che si sminuisce nella sua capacità genitoriale.
Nei miei corsi di pedagogia per operatori sociali, io insegno soprattutto questo: le informazioni “tecniche” sull'infanzia si imparano velocemente, è più difficile imparare a fidarsi dei sentimenti che si colgono nella relazione, e a tenerne conto per gestire un intervento educativo efficace.
Un genitore che si fida di quello che sente, e lo utilizza nel rapporto col proprio figlio, è già tanto, è già di più di quello che possono dare le educatrici del nido, perché il genitore sente attraverso il canale privilegiato dell'AMORE. Penso che un genitore, se si fida di ciò che sente e se impara ad utilizzarlo nel suo ruolo educativo, è altrettanto adeguato (ed anche di più) di una educatrice o psicopedagogista esperte, e può anche benissimo fare a meno dell'asilo nido. Ma se per ragioni contingenti non è proprio possibile, la caratteristica principale a cui deve guardare nella scelta del nido è che le educatrici siano mosse da questo obiettivo principale: valorizzare e favorire il rapporto genitore-figlio. La manualità, la socializzazione, credetemi, vengono dopo.
Scegliete nidi che tengano incontri periodici con i genitori, (non semestrali!) che vi coinvolgano in alcuni momenti, anche ludici, coi bambini; scegliete educatrici che non vi svalorizzino, ma che accettino un confronto con voi. Se vi accorgete di venir via dalle riunioni con una sensazione di inadeguatezza, perché vi hanno sminuito nella vostra competenza educativa, venite via anche da quel nido! Scegliete nidi che effettivamente attuano, e non solo propongono, la collaborazione con la famiglia.
mercoledì 16 aprile 2014
mercoledì 1 gennaio 2014
lunedì 9 dicembre 2013
le magnifiche avverdure vanno in TV! (su SKY)
E' iniziata una collaborazione con la bravissima Isabella Vendrame, e in una puntata della sua trasmissione ""Le Favole di Isabella" (tutti i giorni a partire dalle ore 18.30 sui canali Sky 897, 899, 903, 911, 921, 930 e 938) ci racconterà della nostra amica zucca!!!
State pronti... intanto, lo sapete che Angelo racconta alla sua bimba proprio questa storia, quando le capita di incontrare qualcuno di un po' vanitoso come la zucca di questa fiaba? Bravo Angelo! Questo aiuta certamente la tua piccola con le sue emozioni...
State pronti... intanto, lo sapete che Angelo racconta alla sua bimba proprio questa storia, quando le capita di incontrare qualcuno di un po' vanitoso come la zucca di questa fiaba? Bravo Angelo! Questo aiuta certamente la tua piccola con le sue emozioni...
giovedì 21 novembre 2013
RACCONTO DI NATALE
Questa fiaba è scritta al presente, perché la notte di Natale continua ad accadere...
E' stata scritta per spiegare qual'è la vera storia dell'angioletto che sta sopra la capanna nel presepe, ed è stata scritta anche per sentirsi meno tristi, quando qualcuno che amiamo diventa un angelo...
PER TE LARA
- le nuove ali
Prendete
quello lì, ad esempio: si sta guardando lentamente in giro, in mezzo a tutto
quel bianco ovattato, che però non sembra proprio nebbia…
«MAH… MI TROVO
QUI… NON SO BENE…MI HANNO DETTO DI ASPETTARE,CHE MI DIRANNO COSA FARE…COSA DEVO
FARE?» pensa l’angelo tra sé, allargando le braccia.
Non ha
parlato, ma una voce gli risponde lo stesso: «devi indossare le ali nuove»
Sollevato,
l’angelo ribatte: «Ah ok bene, finalmente … dove? Queste qui sul tavolo?»
L’angelo le
ammira: sono bellissime!
Poi prova le
ali sulla pancia, sul petto, sulla bocca, in testa, starà facendo giusto? Alla
fine capisce come indossarle correttamente, ed orgoglioso inizia a canticchiare
tra sé e sé, provando un po’ come funzionano:
Queste ali strepitose…
Sanno fare molte cose !
Prima avanti e poi indietro,
(Questa piacerà a san Pietro!)
Prima su e dopo giù,
(Questa piacerà a Gesù!)
Prima a destra poi a sinistra,
Ops… che vado fuori pista!
L’angelo ora
si ferma, soddisfatto della danza improvvisata, e si guarda di nuovo in giro:
«E ADESSO,
COSA DEVO FARE?» chiede nuovamente.
La stessa voce
prontamente risponde: «Visto che sai
cantare, vai dai cori angelici!»
L’angelo,
svolazzando con le sue alucce in modo piuttosto impacciato, arriva in un posto
molto ampio, molto luminoso: e si accorge subito c’è una cosa, così intensa …
«E’ PACE» dice
il suo vicino, sorridendo. L’angelo
ricambia spontaneamente il sorriso, e si sente improvvisamente luminoso:
infatti, tutti di botto si zittiscono e lo guardano, tutti (saranno centinaia,
migliaia) sorridendo.
« Sei il benvenuto,
ti aspettavamo» lo guarda tranquillo l’altro vicino.
Il canto
finisce, l’angelo è contento di aver partecipato ai cori angelici:
«E ADESSO COSA
DEVO FARE?» chiede di nuovo.
La voce, ormai
familiare, suggerisce pronta: «devi
andare sulla stella cometa!»
Il nostro
angioletto di nuovo fa la faccia spaesata… meno male che ce n’è uno, invece,
che sembra sapere tutto, e dirige le operazioni:
« Allora è
chiaro per tutti? Si sale sulla scia della stella e si arriva fin sopra la
capanna, si inizia a cantare appena arrivati là …» le indicazioni sono molto
sintetiche, tanto tutti sembrano sapere.
Anche il
nostro angioletto, in effetti, si rende conto di sapere: ad esempio, come
agguantare uno dei fili brillanti della coda della stella, proprio ora che sta
passando! Salirci sopra invece è un po’ più complicato:
«queste ali…
non riesco ancora ad usarle bene…» brontola sottovoce.
«Non preoccuparti, ora goditi il
panorama! » gli strizza l’occhio il suo vicino,
mostrando con un gesto il cielo intorno, da togliere il fiato!
Mille stelle scorrono di fianco a loro,
brillano felici e salutano, sembrano affidare loro un messaggio…
«Tutte
vogliono essere lì stanotte, più splendenti che mai, e noi stiamo su quella più
splendente di tutte! » Spiega, con malcelato orgoglio, lo stesso di prima.
«Lì dove?»
chiede il nostro angioletto, impegnato a bilanciarsi con le sue ali, per non
cadere dal suo filo di brillanti… ah ecco, si tratta di quella capanna!
- la capanna e il piccolo bambino
« Ma… ci siamo
fermati? E adesso? COSA DEVO FARE?»
La ormai nota,
amorevole voce, gli parla: « Ora sei arrivato, devi cantare per il piccolo
bambino!»
«E dov’è questo piccolo bambino? »
chiede il nostro angelo, sporgendosi curioso dalla stella: si sporge un po’ di più, un
po’ di più….
BAM !!!
Un rumore
secco, e la voce sembra preoccupata: « Cosa è successo?» chiede.
Il nostro
angioletto si vergogna, risponde confuso: «sono cascato sulla capanna e… ho
fatto un buco nel tetto…»poi abbassa lo sguardo e, proprio attraverso
quel buco, vede un piccolo bambino… ma non lo ha spaventato, anzi! Sente gli
occhi del piccolo su di sé, e poi… «IL
PICCOLO BAMBINO STA SORRIDENDO! L’HO FATTO RIDERE, NON L’HO SPAVENTATO! MENO
MALE…»
Il nostro angelo si sente illuminato da quel sorriso e canta, canta con
tutta la voce che ha, canta la bellezza di quella notte e di quell’incontro…
tutti lo stanno ad ascoltare, e la voce dolce che lo ha accompagnato finora,
gli sussurra nell’orecchio:
Quest’anno
tocca a te, angelo bellissimo,
il posto speciale più vicino a Gesù!
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