sabato 21 settembre 2019

NON MI CAPISCI!!!

Potrebbe sembrare la frase di una adolescente. 
Invece la dicono già a otto anni, le bambine alle loro mamme. Mi capita di incontrare queste bambine arrabbiate, con mamme affaticate: le prime non si sentono capite, le seconde sono sull'orlo di una crisi di autostima. 
Cosa si può fare?
Anche oggi, con una bambina e la sua mamma, ho affrontato questo discorso (aiutata dalla fiaba di Giga e le macchioline verdoline!):
Quando siamo appena nati, e per i primi tempi della nostra vita, è VERO che la mamma ci capisce, in tutto e per tutto: sa quando abbiamo fame, sonno, mal di pancia... solo ascoltando il nostro pianto! Si chiama PREOCCUPAZIONE MATERNA PRIMARIA, ne ha parlato Winnicott: succede che, proprio a livello fisico, la mamma è predisposta dalla natura a sintonizzarsi col suo cucciolo, è questione di sopravvivenza. La mamma "sente", si immedesima nel figlio e CAPISCE. 
 Questa cosa però pare si affievolisca, nel tempo, a meno che non abbiamo una mamma particolarmente dotata di capacità EMPATICA: ma non è un gran danno perché, sempre nel tempo, anche noi impariamo a FARCI CAPIRE, quando impariamo a parlare. E qui inizia il nostro pezzetto di responsabilità: cosa faccio, se la mamma non mi capisce? Mi sforzo di spiegare, di chiederle in modo chiaro quello di cui ho bisogno? Non sempre ce la facciamo: ci piacerebbe così tanto, essere ancora INTUITE come una volta...! Ci arrabbiamo, anche: a noi è così evidente quello che proviamo, che pensiamo, perché lei non ci arriva? Come potrete notare, abbiamo incontrato qui il limite della mamma. Che quindi non è l'essere perfetto che avevamo idealizzato: perché a volte non mi capisce.
Ora, sempre Winnicott parla di DISILLUSIONE: piccoli passetti graduali per entrare a contatto con la complessità della realtà, di cui anche l'imperfezione della mamma fa parte. Delusione? Rabbia? O anche... paura? Certo, perché come faremo a sopravvivere, se la mamma ha dei limiti e difetti così macroscopici???
Ma ecco qui il colpo di scena: IL MESTIERE DELLA MAMMA NON E' DI CAPIRMI.
Noto sempre facce stupefatte.
IL SUO MESTIERE E' DI VOLERMI BENE.
Ancora facce confuse, pensierose.
Signore e signori, la mamma può non capire, ma la mamma vuole sempre bene. Non la batte nessuno, in questo. E' lì per questo. E' questo bene che mi serve, se so utilizzarlo, se so cosa farmene: ovvero andarmene nel mondo con fiducia e curiosità perché qualcuno MI AMA PER QUELLO CHE SONO: E QUESTO MI DA' VALORE. 
Volete sapere una cosa? il dubbio è la difficoltà più grossa su cui devo lavorare coi miei pazienti. Il dubbio di essere amati per quello che si è. Il dubbio di essere amati solo per quello che si fa. (lo dicono Terruwe e Baars). E infatti, la bambina che ho visto oggi (con la sua mamma), per non rischiare niente ha deciso di essere bravissima a scuola. Non si sa mai. Capite??? Per essere sicura di essere amata, almeno per quello che fa, se non per quello che è! (ovvero, figlia).
A volte ci vogliono anni, per venire fuori da questo "labirinto emotivo".
Oggi però ne siamo uscite alla grande:
Abbiamo inventato un gioco in cui la mamma doveva indovinare il posto dove la figlia voleva ricevere una carezza. Sulla testa? No. Sulla schiena? Nooo. Sulle gambe? No no no. "La mamma non capisce!" dico: ma la bambina stavolta sorride, non ha la sua solita faccia imbronciata. La mamma coglie il sorriso e svela il gioco: "Ma così hai ricevuto un sacco di carezze!" . La figlia si sente scoperta, e allora mostra che voleva una carezza... sotto l'ascella!
Allora non è proprio vero, che la mamma non capisce. E' proprio per il fatto che vuole bene, che può capire. Che può fidarsi del proprio sentire.
Piccola nota a margine: come questa coppia mamma-figlia, a volte la difficoltà nella relazione si può "appiccicare" al fatto che non ci sono somiglianze evidenti, tra le due: né fisiche, né di carattere. Ovvero: "Non mi capisce perché non le somiglio". Non è un problema in realtà, ma a volte la figlia si sente rassicurata, se sa di assomigliare un po' alla mamma.
Così abbiamo indagato e loro, in particolare, si assomigliano nella capacità di organizzare le cose. Ed erano entrambe sollevate.



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