giovedì 27 giugno 2013

SULL'AIUTO E SUL CHIEDERLO O MENO... storia di scoiattoli

In questa fiaba (di prossima pubblicazione) non si parla della relazione tra genitore e figlio, ho invece un po' "esplorato" quella fraterna... quindi per chi desidera mettere in luce la risorsa dell'essere ed avere fratelli, questo è un buono spunto!


lunedì 24 giugno 2013

FACCIO DA SOLO O CHIEDO AIUTO?

Questa fiaba è la prosecuzione delle avventure di Noncelafaccio e Cheschifezza (che è stata pubblicata nel libro Sentimenti a Scuola, la Marna Edizioni link): perchè le avventure non finiscono mai, giusto?

La nuova avventura di Coraggioso e Fiduciosa

Il capo del villaggio aveva riconosciuto Coraggioso e Fiduciosa come veramente valorosi e allora diede loro un nuovo compito: dovevano cercare di calmare le acque del fiume del villaggio, perché erano così turbolente che minacciavano la stabilità del ponte.
Erano infatti già cadute alcune assi, per cui gli abitanti del villaggio dovevano camminare cautamente, aggrappandosi ad una corda per attraversarlo.

Coraggioso e Fiduciosa erano andati sulla riva del fiume, si erano messi la tuta da sub e avevano chiesto alla bussola di portarli nel punto dove nasceva tutta quella agitazione.
Avevano chiuso gli occhi ed erano arrivati in fondo al fiume, dove videro un pesce-gatto grossissimo, imprigionato in alcune alghe intrecciate molto strette.
Il pesce gatto si agitava arrabbiatissimo, e lanciava dei fulmini con gli occhi.
Coraggioso e Fiduciosa si spaventarono un poco, non avevano con sé nulla per affrontare la situazione, per cui chiesero alla bussola di tornare indietro.
Arrivati a casa, dissero al papà e alla mamma: «Abbiamo capito cosa c'è che fa agitare tutte le acque nel fiume sotto il ponte: c'è un grossissimo pesce-gatto che si agita in continuazione dentro a delle alghe intrecciate».
I genitori risposero: «Se è così, dev'essere il pesce-gatto gigante che abita da tantissimi anni il fiume. Non è un pesce cattivo, ma può essere arrabbiato perché sta cercando di liberarsi dalle alghe che lo hanno imprigionato. Per liberarlo, avreste bisogno di.... ».
Ma il fratello più piccolo dei due, che era soprannominato Facciodasolo, avendo ascoltato queste cose, non rimase più ad ascoltare e decise di andare lui a liberare il pescegatto gigante: "Facciodasolo, io, non ho bisogno di niente e di nessuno".
Si mise la tuta da sub e si tuffò nel fiume: arrivò ben presto nel punto dove c'era il pescegatto perché sapeva nuotare benissimo, ma poi il pescegatto, quando lo vide, si agitò ancora di più, arrabbiatissimo, e creò un vortice d'acqua che buttò Facciodasolo quasi in riva al fiume.
Facciodasolo provò un'altra volta, ma l'effetto fu uguale.
La terza volta il pescegatto gli diede un colpo di coda che lo lanciò direttamente a riva, privo di sensi. «Facciodasolo! » gridarono i due fratelli, che stavano arrivando lì.
«Cosa ti è saltato in mente di fare questa cosa da solo! Il pesce gatto non è cattivo, ma è arrabbiato perché non riesce a liberarsi, ed ha paura! non si può avvicinarlo così, il papà e la mamma ci hanno dato una cosa per calmarlo, così che poi possiamo liberarlo: è una conchiglia magica che produce un suono calmante, se si soffia dentro».
Facciodasolo prese questa conchiglia e si tuffò di corsa, ma soffiando dentro una delle sue estremità, non calmò per nulla il pescegatto, che lo rimandò con una codata in superficie.
 I due fratelli lo stavano guardando severi. «Sappiamo che non ci sei riuscito. Quando ti deciderai a chiedere aiuto? La conchiglia magica ha tre beccucci da cui soffiare, per far uscire il suono che calmerà il pescegatto! Non puoi proprio fare questa cosa da solo! ».
Facciodasolo abbassò gli occhi, e chiese scusa.
«Facciamo che salviamo insieme il pescegatto? » propose.
Coraggioso e Fiduciosa sorrisero, e così tutti e tre si tuffarono insieme e soffiarono insieme nella conchiglia magica: finalmente il pescegatto si tranquillizzò e poterono liberarlo dalle alghe.
Ritornati in superficie, c'era tutto il villaggio ad aspettarli perché gli abitanti avevano visto che le acque erano tornate tranquille, e li accolsero con un applauso.
Da allora, Facciodasolo venne soprannominato Chiedoaiuto.©

ILLUSTRAZIONE DI LEILA MARIANI





lunedì 17 giugno 2013

Verso il regno di Primavera

Questa storia (di prossima pubblicazione) è stata inventata per una ragazza che cercava, cercava e non trovava... ma a volte, fermarsi porta più in là di una azione senza sosta!


mercoledì 12 giugno 2013

regali

Una volta con un gruppo di genitori del nido di Galbiate è nata una fiaba intitolata "la pietra magica" (di prossima pubblicazione) : era importante trovare assieme a loro un modo per dire ai loro figli che l'amore dei genitori non cambia, anche se nasce un fratellino!
Spesso vengono da me dei genitori che mi raccontano queste cose: stanno aspettando il secondo figlio, oppure è nato da poco, ed il primo entra in una fase "difficile"... cosa succede? Magari questo bimbo riprende vecchie abitudini, oppure fa dei capricci spropositati, se non addirittura dei veri e propri attacchi aggressivi verso il nuovo arrivato. I genitori sono molto dispiaciuti, non sanno cosa fare: ma la domanda a cui arriviamo immancabilmente, dopo qualche riflessione, è "come rassicurare questo bimbo che l'amore dei genitori è ancora tutto a sua disposizione"?
Capiamo allora assieme come trovare dei momenti di esclusività, (magari quando il fratellino più piccolo dorme o è assieme all'altro genitore, o coi nonni, ad esempio), per creare riti che rassicurino e fare cose che lo facciano sentire visto, ascoltato, amato.
La fiaba inventata è una di queste "cose"!
Elena




sabato 8 giugno 2013

E SE A SCUOLA NON RIESCO A FERMARMI? la leggenda della lumaca col guscio

Questa fiaba (di prossima pubblicazione) è stata inventata anni fa per alcuni bambini della Scuola Internazionale di Como: no, non avevano nessuna ADHD, ma lo stesso problema di lumachino...






giovedì 6 giugno 2013

QUANDO IL PAPA' E' LONTANO... c'è Mago Brà!

Mi è capitato di incontrare bambini con papà lontani. Bambini con un chiodo fisso: rivedere il papà! Questa storia (di prossima pubblicazione) è stata letta sia al bambino, sia al papà... E anche questa, rappresentata con grande divertimento ai bambini nella biblioteca milanese di Cassina Anna!


mercoledì 5 giugno 2013

ti tengo a distanza!

 Una volta ho raccontato una piccola Fiaba col Guscio nella bella biblioteca milanese di Cassina Anna: avevo conosciuto una bambina che non si lasciava avvicinare ... così è nata "la bambina di zucchero" (di prossima pubblicazione), perché a questa bambina serviva capire che certamente aveva le sue ragioni, per temere la vicinanza degli altri: si sentiva infatti così fragile, e vulnerabile!

Ma era altrettanto vero, e la bambina lo capiva, che tener lontano tutti la faceva sentire così sola...
Che fare? Intanto, far avvicinare pian piano mamma e papà: loro erano gli unici che non si spaventavano, che non si scoraggiavano, che stavano lì comunque... è stato un percorso di crescente fiducia, e alla fine l'abbraccio dei genitori l'ha fatta sentire più forte anche per avvicinare un po' di più gli altri. Per ricordarsi questa conquista, ogni tanto la bambina si rilegge questa fiaba!
Elena



domenica 2 giugno 2013

QUANDO UN BAMBINO E' IN OSPEDALE... UNA FIABA PER SENTIRE

 Abbiamo portato questa fiaba all'interno di un progetto con la pediatria del Fatebenefratelli di Erba e "Nati per leggere": 
perchè volevamo provare ad andare oltre il pur lodevole aiuto della "terapia della distrazione", come la chiamava il nostro dott. Giancarlo... 

IL BAMBINO DAL CUORE DI PEZZA 

C'era una volta un bambino che si era fatto molto male mentre giocava.
Era così piccino, i genitori lo portarono in un ospedale lì vicino. 
I medici lo visitarono, lo medicarono, lo misero in un lettino tutto bianco bianco, e dopo dissero ai genitori che sarebbe guarito in fretta e che per quel giorno potevano tornare a casa, che al bambino avrebbero pensato in tutto e per tutto i medici, gli infermieri, le infermiere, le cuoche, gli inservienti, gli operai della manutenzione e persino il portiere.
Ma nonostante tutta quella folla, il bambino si sentiva solo senza il suo papà lì vicino.
Vedeva passare gli infermieri e i medici con i loro strumenti, quasi tutti taglienti, che fasciavano e sfasciavano le ferite, facevano anche piangere gli altri bambini e le altre bambine ricoverate, e per di più, quando facevano queste cose, mandavano nel corridoio i genitori e le nonne che erano venute a trovare i bambini, chiudendo addirittura la porta.
Così il bambino, che era rimasto solo perché i dottori avevano mandato a casa il suo papà e la sua mamma, temeva che anche a lui avrebbero fatto del male.
Aveva paura, ma la cosa che gli faceva  molto più male non era la ferita, ma un dubbio che gli era venuto: e se i medici non fanno più ritornare i miei genitori?? Questa cosa sì che gli faceva paura! E gli faceva anche venir da piangere: e se non posso più vedere il mio papà??? Non poteva sopportare questo dolore che gli stringeva il cuore!
Decise allora di scappare su una nuvoletta, dove incontrò il Mago CerOtto che gli disse: "esprimi un desiderio e io te lo esaudirò". 
Il bambino chiese al mago di togliergli quel cuore che lo faceva tanto soffrire. 
E il mago: "Che cosa vuoi che ti metta al suo posto? Una pompetta di gomma? Uno stantuffo della Panda? Un orologio a cucù? Oppure un bel cuoricino di plastica che non sente niente ma nientemaniente?" 
Il bambino ci pensò su. Forse un cuore come un puntaspilli gli sarebbe andato a pennello. E disse:" Voglio un cuore di pezza".
Adesso, con il suo cuoricino di pezza multicolore, il bambino non correva più il rischio di soffrire, non poteva più morire di dolore al pensiero che non avrebbe più rivisto il suo papà.
Ma il papà tornò a trovarlo il giorno dopo, all'orario delle visite, e i dottori dissero: "Lo sa che suo figlio è un vero ometto? Non piange mai, non si lamenta mai".
Per forza, pensò il bambino, io ho il cuore di pezza! meglio un cuore di pezza che un cuore in pezzi.
Però... c'era un però.
Però la visita del papà non gli faceva più né caldo né freddo. E dopo un poco incominciò a preoccuparsi.
Infatti si chiedeva:" Ma come mai, quando vedo il  mio papà non sento più la felicità che provavo tutte le altre volte? Ma come mai non mi viene più la voglia di gettargli le braccia al collo e invece guardo se mi ha portato i Wafers?"
Tornò allora sulla nuvoletta. Il mago CerOtto era sempre lì, pronto ad esaudire tutti i desideri dei  bambini dell'ospedale che si recassero da lui. 
Gli chiese: "Come va il trapianto del cuore?" 
"Benissimo!" esclamò il bambino. "Mai stato meglio di così. Nessun dolore. Nessuna emozione. Però c'è un inconveniente."
"Ci sono problemi di rigetto?" chiese il mago.
"Proprio di rigetto, non direi. Piuttosto problemi di..." ma non sapeva cosa dire per spiegare il problema. "il fatto è che quando viene a trovarmi il mio papà, non sento più la gioia che ho sempre provato prima."
"Insomma" disse il mago "se non sei contento del mio cuore di pezza dillo subito!"
"Allora lo dico subito: non sono contento di un cuore puntaspilli che non sente più niente. Adesso non ho più paura che il mio papà non torni più, ho capito che posso rivederlo ogni volta che c'è l'orario delle visite! Senti, rivorrei il mio cuore di prima".
"Mi dispiace disse il mago CerOtto  "io metto solo cuori di pezza, di plastica, di gomma, gli stantuffi della Panda, ma niente cuori di carne. Se rivuoi il tuo cuore, lo devi chiedere al tuo papà".
Il bambino, molto arrabbiato, scese dalla nuvoletta nel suo lettino di ospedale. 
Quando tornò a trovarlo il papà, non sapeva come incominciare il discorso.
Guardò il papà. Stava per chiedergli i baci Perugina.
Ma poi si limitò a guardarlo. 
Il papà lo guardò anche lui. 
Si guardarono a lungo negli occhi. 
Il papà capì tutto. 
Gli mise una mano sul petto, e il piccolo cuore di pezza... che miracolo! Si mise a battere come se fosse tornato quello di prima.
Chiamarono i dottori, venne il cardiologo, e controllarono con lo stetoscopio per ventisette minuti  esatti. 
Alla fine si consultarono ed emisero la diagnosi: "Suo figlio - dissero al papà - a parte un po' di tachicardia dovuta all'emozione, ha un cuore di carne sanissimo, adatto a provare il dolore ma anche la gioia".©
(fiaba pubblicata su VITA del 10.06.95 - di V.Volpi, L.Izzi, E. Rovagnati)