Abbiamo portato questa fiaba all'interno di un progetto con la pediatria del Fatebenefratelli di Erba e "Nati per leggere":
perchè volevamo provare ad andare oltre il pur lodevole aiuto della "terapia della distrazione", come la chiamava il nostro dott. Giancarlo...
IL BAMBINO DAL CUORE DI PEZZA
C'era una volta un bambino che si era fatto molto male mentre giocava.
Era così piccino, i genitori lo portarono in un ospedale lì vicino.
I
medici lo visitarono, lo medicarono, lo misero in un lettino tutto bianco
bianco, e dopo dissero ai genitori che sarebbe guarito in fretta e che per quel
giorno potevano tornare a casa, che al bambino avrebbero pensato in tutto e per
tutto i medici, gli infermieri, le infermiere, le cuoche, gli inservienti, gli
operai della manutenzione e persino il portiere.
Ma nonostante tutta quella folla,
il bambino si sentiva solo senza il suo papà lì vicino.
Vedeva passare gli infermieri e i
medici con i loro strumenti, quasi tutti taglienti, che fasciavano e
sfasciavano le ferite, facevano anche piangere gli altri bambini e le altre
bambine ricoverate, e per di più, quando facevano queste cose, mandavano nel
corridoio i genitori e le nonne che erano venute a trovare i bambini, chiudendo addirittura la porta.
Così il bambino, che era rimasto
solo perché i dottori avevano mandato a casa il suo papà e la sua mamma, temeva
che anche a lui avrebbero fatto del male.
Aveva paura, ma la cosa che gli
faceva molto più male non era la ferita,
ma un dubbio che gli era venuto: e se i medici non fanno più ritornare i miei
genitori?? Questa cosa sì che gli faceva paura! E gli faceva anche venir da
piangere: e se non posso più vedere il mio papà??? Non poteva sopportare questo
dolore che gli stringeva il cuore!
Decise allora di scappare su una
nuvoletta, dove incontrò il Mago CerOtto che gli disse: "esprimi un desiderio e io
te lo esaudirò".
Il bambino chiese al mago di togliergli quel cuore che lo
faceva tanto soffrire.
E il mago: "Che cosa vuoi che ti metta al suo
posto? Una pompetta di gomma? Uno stantuffo della Panda? Un orologio a cucù?
Oppure un bel cuoricino di plastica che non sente niente ma
nientemaniente?"
Il bambino ci pensò su. Forse un cuore come un
puntaspilli gli sarebbe andato a pennello. E disse:" Voglio un cuore di
pezza".
Adesso, con il suo cuoricino di pezza multicolore, il bambino non correva
più il rischio di soffrire, non poteva più morire di dolore al pensiero che non
avrebbe più rivisto il suo papà.
Ma il papà tornò a trovarlo il giorno dopo, all'orario delle visite, e i
dottori dissero: "Lo sa che suo figlio è un vero ometto? Non piange mai,
non si lamenta mai".
Per forza, pensò il bambino, io ho il cuore di pezza!
meglio un cuore di pezza che un cuore in pezzi.
Però... c'era un però.
Però la visita del papà non gli faceva più né caldo né freddo. E dopo un
poco incominciò a preoccuparsi.
Infatti si chiedeva:" Ma come mai, quando vedo il mio papà non sento più la felicità che
provavo tutte le altre volte? Ma come mai non mi viene più la voglia di
gettargli le braccia al collo e invece guardo se mi ha portato i Wafers?"
Tornò allora sulla nuvoletta. Il
mago CerOtto era sempre lì, pronto ad esaudire tutti i desideri dei bambini dell'ospedale che si recassero da
lui.
Gli chiese: "Come va il trapianto del cuore?"
"Benissimo!" esclamò il bambino. "Mai stato meglio di
così. Nessun dolore. Nessuna emozione. Però c'è un inconveniente."
"Ci sono problemi di rigetto?" chiese il mago.
"Proprio di rigetto, non direi. Piuttosto problemi di..." ma
non sapeva cosa dire per spiegare il problema. "il fatto è che quando
viene a trovarmi il mio papà, non sento più la gioia che ho sempre provato
prima."
"Insomma" disse il mago "se non sei contento del mio cuore
di pezza dillo subito!"
"Allora lo dico subito: non sono contento di un cuore puntaspilli
che non sente più niente. Adesso non ho più paura che il mio papà non torni
più, ho capito che posso rivederlo ogni volta che c'è l'orario delle visite!
Senti, rivorrei il mio cuore di prima".
"Mi dispiace disse il mago CerOtto "io metto solo cuori di pezza, di
plastica, di gomma, gli stantuffi della Panda, ma niente cuori di carne. Se
rivuoi il tuo cuore, lo devi chiedere al tuo papà".
Il bambino, molto arrabbiato,
scese dalla nuvoletta nel suo lettino di ospedale.
Quando tornò a trovarlo il
papà, non sapeva come incominciare il discorso.
Guardò il papà. Stava per chiedergli i baci Perugina.
Ma poi si limitò a guardarlo.
Il papà lo guardò anche lui.
Si guardarono
a lungo negli occhi.
Il papà capì tutto.
Gli mise una mano sul petto, e il
piccolo cuore di pezza... che miracolo! Si mise a battere come se fosse tornato
quello di prima.
Chiamarono i dottori, venne il cardiologo, e controllarono con lo
stetoscopio per ventisette minuti
esatti.
Alla fine si consultarono ed emisero la diagnosi: "Suo
figlio - dissero al papà - a parte un po' di tachicardia dovuta all'emozione,
ha un cuore di carne sanissimo, adatto a provare il dolore ma anche la
gioia". ©
(fiaba pubblicata su VITA del
10.06.95 - di V.Volpi, L.Izzi, E. Rovagnati)
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