"...Questo mio scritto raccoglie e testimonia un ciclo di incontri che ho tenuto per sostenere e rafforzare la relazione tra un papà ed un bambino di 10 anni: il desiderio è di provare a raccontare il mio modo di lavorare, attraverso la narrazione di una storia che mi ha coinvolto ed emozionato, un percorso in cui ho accompagnato passo passo questo bambino ed il suo papà ad essere più consapevoli della enorme risorsa che è il loro legame.
Passiamo dunque ai fatti: S. mi viene inviato da
una collega che segue i genitori dal punto di vista del loro compito educativo;
questi mostrano infatti di essere piuttosto in difficoltà col bambino, primogenito di due maschi, che
presenta una certa riluttanza ad ogni richiesta sia a casa che a scuola; S. inoltre è molto coinvolto nei suoi giochi elettronici, che di fatto lo isolano
e lo risucchiano in un mondo a sé.
Faccio quindi un colloquio di conoscenza coi
genitori, che mi presentano un po’ la situazione, e propongo loro di vedere il
bambino assieme al papà (pur aggiornando la mamma periodicamente del lavoro) per
una serie di incontri con l’obiettivo di comprendere meglio gli elementi della
relazione e aiutarli ad attivare strategie più efficaci dal punto di vista
della comunicazione, per cercare di produrre un cambiamento a favore di una
maggior “presenza” del bambino alla relazione stessa. Ipotizzo che questo abbia
ricadute positive anche in ambito scolastico, come poi di fatto si verificherà.
Racconterò ora del percorso svolto e di alcuni passaggi
salienti, messi in luce o favoriti da fiabe e giochi di movimento che hanno
coinvolto padre e figlio.
(...)
S. inizia a parlare dei suoi Pokemon:
ha portato davvero una montagna di carte.
Il suo primo disegno in seduta è di una serie di
Pokemon raffigurati con tratto approssimativo; leggo il nome di un personaggio
“fossilcranio”, e “scudo”. Come vissuto controtransferale, mi annoio moltissimo
nell’ascoltare tutte le informazioni su queste figurine.
La cosa positiva che comunque osservo, è che il papà riesce a calmare con pochi gesti
l’irrequietezza motoria di S. che emerge in alcuni tratti della seduta, pur
rimanendo tutto il tempo sulla poltrona.
(...)Il tema che le figurine introducono è in realtà molto
interessante, perché il gioco è governato da un meccanismo di evoluzione (S.
precisa che si tratta di evoluzione e non trasformazione, perché non si può
ritornare indietro).
(...)Dopo una danza in cui padre e figlio rappresentano,
col movimento, dei Pokemon a due livelli differenti di evoluzione, S. dice
“l’evoluzione deve rispettare dei passaggi, dei tempi. Il segreto della forza
non è nella velocità, è nell’esperienza”.
(...)
Inizia qui una danza spontanea di padre e figlio,
dove il papà solleva il braccio “molle” del figlio e gli dà una “scossa”
vitale.
Questa danza diventa il punto centrale delle
coreografie spontanee e ripetute appartenenti a questa diade, è il punto più
carico di significato e di pathos del loro pas-de-deux: per me, testimone, è
palpabile l’intensità dell’affetto, la fluidità nel passaggio, dal padre al
figlio, di una energia che anima e che attiva.
E’ da questa energia ricevuta che S. si può rialzare
e procedere nello spazio, con le spalle dritte in una direzione precisa, e poi
si volta verso il padre sorridendo con uno sguardo che significa gratitudine e
conquista di una certa autonomia di movimento e di scelta: è qui che S. propone
dei movimenti al papà il quale a volte ripete divertito, a volte semplicemente
guarda. E S. si sente finalmente guardato, e si lascia guardare senza più
troppo temere di sentirsi giudicato. (...)
S. non ha più portato i suoi Pokemon in seduta.
Alla mia domanda circa il nuovo corso lui risponde “non
ho più bisogno di portarli qua”, quindi riconosce che in seduta
riesce ad entrare in contatto con qualcosa che lo “riempie”, funzione svolta
dai Pokemon altrove.
Nei suoi disegni, (sempre schizzi sommari) sono via
via meno presenti i suoi Pokemon ed inizia una nuova fase dove S. si ritrae
assieme al papà: nei primi si vede il papà o lui cancellati, poi lui si ritrae
con una testa a forma di cuore.
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