sabato 27 febbraio 2021

EVVIVA LA REGINA!

 Di cosa voglio parlarvi oggi? 

La regina del titolo non è la protagonista di una nuova fiabussola, (anche se ne stanno nascendo sempre di nuove!), ma si tratta di Suor Regina.

Sì stavolta voglio parlarvi di me, di una mia esperienza dell'asilo che  mi ha segnato al punto da farmi scegliere questo lavoro! Di solito lo dico scherzando, ai miei corsi di formazione per le insegnanti di asilo nido. E loro ridono....

"Guardate bambini: questa è una bambina cattiva!" Questo è il mio primo ricordo dell'asilo: ho quattro anni, sono di fianco a suor Regina, io in piedi e lei seduta alla cattedra, davanti a me tutti i bambini ammutoliti, che vedo confusamente tra le lacrime. Cattiva??? Mia mamma non mi ha mai detto cattiva, mai mai. Cattiva perché sto piangendo. Forse mi manca la mamma. Ora che sono accusata e umiliata per un motivo assurdo mi manca ancora di più.

Ridete anche voi? Meno male che non ci sono più le suore ad insegnare, eh? E invece vi stupirebbe sapere che ancora al giorno d'oggi ci sono maestre così, anche senza essere suore, ma non sanno aiutare i bambini a gestire le loro tristezze, le loro emozioni, se non sgridando e mortificando. 

Solo questo ultimo mese ne ho visti due di bambini con questa esperienza : due bambini svegli, intelligenti e sensibili sopra la media, e i genitori che vengono da me affranti e con devastanti sensi di colpa perché le maestre non sanno più cosa fare, sono ingestibili. 

E quando chiedo perché e cosa fanno, scopro che si tratta semplicemente di emozioni intense da accogliere, contenere, regolare: ce lo insegnano le neuroscienze, "connect and redirect"... ma anche forse un po' di buon senso? Umiliare un bambino perché prova delle emozioni intense non gli insegna a gestirle meglio, lo blocca solamente nel senso di colpa e di inadeguatezza. Pensi di aver ottenuto un risultato, invece lo hai spento. Quel bambino si sente sbagliato, i suoi genitori si sentono sbagliati... sono ferite, saranno cicatrici.

Ora mia mamma, che era una sveglia, mi ha spostato subito nella classe della signorina Renata: e io non ho più pianto. Ogni tanto mi chiedo come sarebbe stato se mia mamma mi avesse lasciato con suor Regina, affidandosi alla sua autorità pluriennale piuttosto che fidandosi del proprio sentire: secondo me ha fatto bene, e le sono grata anche per questa cosa, tra tutte le altre! 

Non voglio sentirvi dire "ah la tua mamma come i genitori elicottero, genitori spazzaneve, mamme tigri etc etc": sono qui a ribadire a voi genitori (e a voi insegnanti, che poi tante siete anche mamme!) che bisogna che vi fidiate di quello che sentite, perché il principio delle "giusta frustrazione" (ovvero offrire con gradualità al bambino sfide che possa affrontare e superare con una certa dose di difficoltà ma anche con una buona probabilità di successo) si misura proprio così, col sentire. (eh no, non basta l'osservazione, le tabelle dei percentili e i paragoni con gli altri bambini!) 

Perché, se è vero che "Non si vede bene che col cuore", come è scritto nel Piccolo Principe, è vero che il cuore dei genitori ci vede benissimo!

(E comunque evviva la Regina: forse davvero non avrei fatto questo mestiere, se non l'avessi incontrata!)



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